venerdì 31 agosto 2007

IPA nella colmata di Bagnoli













“Alla conclusione delle attività di monitoraggio è risultato evidente che la contaminazione dei suoli ex-industriali di Bagnoli fosse rappresentata, in aree spots ben individuate, dalla presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). In particolare la presenza di IPA risultava essere di particolare entità nell’Area di Colmata a mare. Le analisi riguardante l’area di Colmata a mare venivano effettuate, nel 1999, dai Laboratori ICCRAM, su incarico del Ministero dell’Ambiente. In considerazione dell’elevato livello di contaminazione da parte di IPA dei materiali della Colmata, venne decisa, con il supporto del parere della CE, la loro completa rimozione, destinando gli stessi materiali al riempimento della costruenda darsena di Levante del Porto di Napoli. Ulteriori indagini effettuate da parte dell’ICCRAM, in data recente (2006), sui fondali marini antistanti la Colmata e sulle due spiagge laterali alla stessa, dimostrano la presenza di IPA al di sopra della soglia consentita (200 mg/Kg) nei sedimenti marini (DM 367/03), distribuiti lungo un asse di dispersione, perpendicolare alla linea di costa e la cui origine è, inequivocabilmente, da attribuire all’area di Colmata.”

tratto da Indagini e risultati per il risanamento dei siti ex industriali dell’area di Bagnoli del professor Benedetto De Vivo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Napoli

mercoledì 29 agosto 2007

4575 GRAZIE

4575 GRAZIE A CHI HA FIRMATO CONTRO I FANGHI DI BAGNOLI
IL RINVIO DELLA FIRMA E' UNA PRIMA VITTORIA, MA LA PARTITA E' ANCORA TUTTA DA GIOCARE. DIALOGO SI, MA NELLA CHIAREZZA E CON PARI DIGNITA'

4575 firme contro il trasferimento dei fanghi di Bagnoli a Piombino, 4575 volte grazie ai piombinesi, agli abitanti della Val di Cornia, di Follonica e ai turisti (e su queste firme si rifletta) che nella sola settimana di Ferragosto hanno fatto sentire la loro voce preoccupata e indignata per stoppare un tentativo di chiudere con un blitz estivo una partita che lo stesso Sindaco aveva definito “epocale”. Grazie dunque a loro, grazie a tutti i cittadini riuniti nel Comitato No Fanghi che hanno animato i banchetti e informato la gente ben prima di ogni brochure patinata e costosa. Grazie perché hanno impedito che il 24 agosto Anselmi chiudesse la partita. E’ una prima vittoria e alcune reazioni istituzionali lo testimoniano: una rappresentante del Comitato ha parlato In Consiglio comunale e il segretario del maggior partito ora chiede di dialogare con il Comitato.

Il dialogo però lo si fa se si riconosce all’altra parte piena dignità. Non si può chiedere il confronto e dire che l’altro non ha più tutte le ragioni di esistere.

Poi resta la fretta di concludere: il Sindaco ha chiaramente detto di voler aspettare solo l’iter regionale per poi decidere al prossimo consiglio comunale del 17 settembre. Allora, intendiamoci: le nostre proposte sono chiare e semplici: le vasche del porto di Piombino devono essere riempite con il materiale di Piombino, le vasche del porto di Napoli devono essere riempite con il materiale di Bagnoli. A ciascuno il suo!

Solo così si possono risolvere i problemi delle due città, risparmiare decine di milioni di euro pubblici per il trasporto, trovare soluzioni per le montagne di rifiuti industriali accumulati nel territorio di Bagnoli e in quello di Piombino.

Se deve esserci dialogo, questa ipotesi deve avere piena dignità e pari opportunità di essere approvata e su questo siamo disponibili, anzi chiediamo noi un pubblico confronto.

Se deve esserci per tutti un passo in avanti, s’interrompa la corsa all’approvazione dell’accordo di programma non con una semplice sospensione in attesa di integrarlo con qualche indicazione della Regione.

Così pure osserviamo che la “campagna ampia con punti di informazione” debba avere come scopo non la propaganda, per cercare di convincere più gente possibile della bontà dell’operazione, masi debba ridare dignità alla partecipazione dei cittadini per contare nelle decisioni. In questi giorni siamo stati protagonisti di una grande voglia di contare, con tanta rabbia e determinazione nel respingere il ricatto e le lusinghe dei soldi balenate con l’arrivo dei fanghi.

I cittadini vanno informati, perché ad essi va demandata la decisione finale attraverso la convocazione di un referendum consultivo.

Informati sì, ma per decidere.

Il Comitato NO FANGHI

martedì 28 agosto 2007

LA BONIFICA DI BAGNOLI

LA BONIFICA DI BAGNOLI: CONFLITTO D'INTERESSE SUI CONTROLLI A TUTELA DELLA SALUTE E DELL'AMBIENTE

Prof. Benedetto De Vivo Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze della Terra Via Mezzocannone 8, 80134 Napoli

Le ultime notizie riportate dalla stampa (in particolare l'articolo di Angelo Carotenuto su La Repubblica, del 3 marzo 2007) gettano una luce inquietante sulla la mancata bonifica dell'arenile, e dei suoli ex-industriali ex-ILVA e Eternit (i suoli ex Federconsorzi - ora Città della Scienza, Cementir, e altri, non sono stati oggetto né di attività di monitoraggio ambientale né tanto meno di bonifica). Lo scrivente in qualità di ex-componente della Commissione di Esperti, nominata dal Governo, a supporto tecnico del Comitato di Alta Sorveglianza per la bonifica dei siti ex-industriali ed eliminata nel 2001, al passaggio delle consegne fra Bagnoli SpA e Bagnolifutura SpA, è testimone del fatto che la stessa Commissione, in uno dei suoi ultimi atti, a conclusione delle attività di monitoraggio, approvò un Progetto di bonifica dei suoli che prevedeva due fasi di intervento: una prima fase di soil washing (lavaggio dei suoli contaminati) a cui avrebbe dovuto fare seguito NECESSARIAMENTE (ma così non è avvenuto) una seconda fase di desorbimento termico per l'eliminazione dai suoli stessi degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e di contaminanti metallici. Senza quest'ultima fase è impossibile eliminare dalle matrici ambientali gli IPA, che sono dei composti organici altamente cancerogeni, che possono rimanere in eterno nei suoli e nell'arenile di Bagnoli. La notizia sorprendente (ma non per me!) riportata dalla stampa è che il soil washing utilizzato dalla società De Vizia per eliminare gli IPA, che non ha "funzionato" per le sabbie dell'arenile (a seguito di verifiche effettuate dall'ARPAC, infatti, si è registrato un abbattimento solo del 10% della quantità di inquinanti) avrebbe, al contrario, inspiegabilmente funzionato (un miracolo?) per i suoli dei siti ex-industriali... L'altra notizia è poi che la decontaminazione da IPA nelle sabbie dell'arenile sarebbe impossibile da ottenere! Sono dichiarazioni che lasciano senza parole, e che certificano che buona parte delle risorse pubbliche che si sono impegnate e che ancora si impegneranno per Bagnoli sono state praticamente sperperate. Se anche per i suoli ex-industriali e' stato utilizzato come strumento di decontaminazione degli IPA solo il soil washing, senza utilizzare il desorbimento termico, allora possiamo essere sicuri che tale sistema non può aver funzionato nemmeno per i suoli ex-industriali. Viene in tal modo alla luce il grave problema del conflitto di interessi determinato dal fatto che i controlli analitici sulle attività di bonifica potrebbero essere stati effettuati dalla stessa Bagnolifutura, attraverso le"certificazioni" di un suo laboratorio interno denominato Centro Campano Tecnologie e Ambiente , costituito anche con fondi strutturali della Regione Campania e qualificato improvvidamente come Centro di Eccellenza di Ricerca. La sopraccitata Commissione di Esperti espresse parere negativo, anche in sede di Conferenza dei Servizi, sulla costituzione di tale Laboratorio all'interno della Bagnolifutura non solo in ragione dell'evidente grave conflitto di interesse che si sarebbe determinato, ma anche perché l'operazione non trovava alcuna giustificazione tecnico-economica. Non si ravvisava, in altre parole, alcuna necessità di costituire un doppione dell'ARPAC, struttura pubblica già operante in Campania. Il nodo oggi viene al pettine: se l'ARPAC, effettuati i controlli, sulle sabbie dell'arenile, rileva che il solo trattamento di soil washing ha determinato solo una parziale decontaminazione da IPA , non ci si può non chiedere se la stessa ARPAC, per i suoli ex-industriali, abbia effettuato i controlli dovuti, secondo protocolli e procedure internazionalmente riconosciuti, oppure se si sia limitata a prendere atto delle "certificazioni" del Centro Campano Tecnologie e Ambiente, ossia della stessa Bagnolifutura? Come commento generale, che va ben al di là del problema specifico di Bagnoli, credo che si debba rimarcare che il problema ambiente non può diventare un'occasione di sperpero di risorse pubbliche sulla spinta delle giuste preoccupazioni dei cittadini. La protezione e il ripristino di condizioni ambientali naturali, con l'eliminazione dei veleni immessi da attività antropiche, andrebbero attuati seguendo procedure e protocolli garantiti dalla legge, con controlli sostanziali e non solo formali. In altre parole le verifiche non possono esaurirsi con la richiesta di "certificazioni" formali che, in un Paese come il nostro, TUTTI sono assolutamente in grado di produrre. In assenza dei sopracitati controlli sostanziali non si possono accettare come risultati di qualità, nessun tipo di analisi, ivi comprese quelle prodotte sotto il cappello di un qualche Ente pubblico (Università, CNR o altro..). Risultati negativi come quelli di Bagnoli giustificano la scarsa fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Gli stessi cittadini, senza farsi strumentalizzare da questo o da quel partito politico, dovrebbero organizzarsi in Comitati Civici, prendendo esempio da quelli che sorgono negli USA nel campo ambientale a difesa della salute pubblica anche di fronte ad iniziative governative. Spesso questi Comitati non fidandosi delle analisi che vengono fornite da organi governativi, procedono autonomamente a controlli random delle matrici ambientali per verificare ex-post, se le procedure tecniche utilizzate hanno conseguito i risultati attesi

dal Bollettino delle Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia del 25 marzo 2007