domenica 30 settembre 2007

Manifesto



mercoledì 26 settembre 2007

INCONTRO AL SENATO

Greenreport 26/9/07

Rifiuti di Bagnoli a Piombino, gli esiti dell´incontro di oggi in Senato

PIOMBINO (Livorno). La commissione ambiente del Senato ha incontrato oggi i rappresentanti del comitato che si batte contro l’ipotesi di trasferimento dei rifiuti dall’ex area industriale di Bagnoli al porto di Piombino.
«Direi che l’incontro è andato molto bene – spiega Paolo Benesperi – c’erano molti senatori e non solo quelli della commissione ambiente e tutti si sono detti molto interessati alla vicenda, e preoccupati del fatto che ci siano ancora molti punti oscuri da chiarire». Non proprio tutti, perché l’unica voce fuori dal coro è stata quella di Altero Matteoli, l’ex ministro dell’ambiente: «Matteoli ha affermato che il sindaco di Piombino si è comportato bene – spiega Benesperi – e che l’operazione è necessaria perché a Bagnoli non c’era possibilità di smaltimento di quelli che lui ha dichiarato non essere neppure rifiuti».
«Noi invece abbiamo spiegato quali sono le criticità di questo progetto – continua l’esponente del comitato – toccando tutti i punti caldi, dal punto di vista giuridico, economico, della sicurezza e dei tempi. Fortunatamente tutti i senatori ad accezione di Matteoli hanno apprezzato la nostra relazione e attraverso il presidente della commissione Tommaso Sodano, si sono impegnati ad effettuare una nuova audizione con sopralluoghi a Napoli e Piombino».
All’incontro ha partecipato anche il senatore della Margherita Francesco Ferrante, che ha ricordato che «in linea generale di solito le bonifiche è bene farle in situ. E nessuno ci ha effettivamente spiegato perché lì a Bagnoli non si potevano smaltire questi rifiuti». Ferrante ha sollevato anche altre due questioni, sostenendo che «le vasche della colmata di Piombino possono essere tranquillamente riempite con i fanghi di dragaggio del porto e/o con i materiali disponibili nelle aree industriali, evitando quindi di ricorrere al turismo dei rifiuti» e che lo “scambio” di favori che consentirebbe a Piombino di realizzare la strada di penetrazione al porto «in realtà è uno scambio impossibile semplicemente perché non esiste alcun progetto di questa strada». Il senatore della Margherita ha concluso confermando la volontà della commissione di approfondire la vicenda attraverso nuove audizioni: «chiederemo al governo di aspettare a prendere una decisione definitiva, perché ci sono ancora troppi punti da chiarire. Una volta compresi bene potremo prendere una decisione in un senso o in un ‘altro e mi auguro che ciò si possa fare evitando di fare un referendum a livello locale».

SPIAGGE AL VELENO



IL GIORNALE DI NAPOLI del 26 Settembre 2007

A GENNAIO IL PROCESSO CONTRO L'EX ASSESSORE E IL PRESIDENTE DELL'AUTORITÀ PORTUALE

SPIAGGE AL VELENO, A GIUDIZIO MONTI E NERLI

Il reato ipotizzato è quello di abuso d'ufficio. Alla sbarra anche Gennaro Cuccaro (dirigente del servizio "Risorsa mare"), Arcangelo Cesarano (subcommissario alla bonifica) e Antonio Tosi (direttore dell'Arpac).

NUNZIA ABATE

Quel litorale andava chiuso. Vietato ai ba­gnanti, alla moltitudine di donne e bambini che d'estate vi si riversano non potendosi per­mettere una vacanza costosa in mete ambi­te. E questo perché le spiagge del litorale di Bagnoli non erano pulite. Mescolate a so­stanze altamente tossiche e dunque perico­lose per la salute pubblica, pericolose a tal punto da poter "procurare sui bambini di­sordine di deficit di attenzione, ritardi men­tali e disordini neuro inerenti allo sviluppo". Parola della Procura della Repubblica di Na­poli che ieri mattina ha ottenuto il rinvio a giudizio delle cinque persone finite al ban­co degli imputati con accuse, contestate a va­rio titolo, di abuso d'ufficio e favoreggia­mento personale. Il giudice delle udienze preliminari Tullio Morello ha disposto il pro­cesso di primo grado di giudizio per Casimiro Monti (ex assessore comunale alla Sanità, Igiene e Mare), Francesco Nerli (come presi­dente della Port Authority), l'ingegnere Gen­naro Cuccaro (dirigente del servizio "risorsa mare", addetto alla balneazione e alla piani­ficazione degli arenili), l'ingegnere Arcangelo Cesarano e Antonio Tosi (rispettivamente subcommissario di governo alla bonifica di Napoli ovest e direttore generale dell'Arpac). I primi quattro rispondono di abuso d'ufficio, gli ultimi due solo di favoreggiamento per­sonale.

L'istruttoria dibattimentale prenderà il via a partire dall'8 gennaio e sarà sovrintesa dai giudici della undicesima sezione penale. Sarà in quella sede che il collegio difensivo tornerà ad affilare le armi, a cercare di dimostrare l'infondatezza del quadro indizia­rio tratteggiato dalla Procura nell'inchiesta sulla gestione del litorale occidentale della periferia napoletana, a pochi passi dalla zo­na della colmata di Bagnoli. «Eravamo spe­ranzosi di aver dimostrato al gup la nostra estraneità ai fatti - commenta l'avvocato Raya, difensore di Casimiro Monti -. Ma evidente­mente il giudice deve aver ritenuto necessa­rio il vaglio dibattimentale. Siamo comunque sereni. Lo eravamo ieri quando ci appresta­vamo ad affrontare l'udienza preliminare e lo siamo oggi che sappiamo di dover affron­tare un processo. Siamo convinti di non aver alcun obbligo di responsabilità in questa vi­cenda e siamo convinti che sia tutto il frutto di un equivoco. A nostro avviso l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio non poggia su ele­menti forti. Si contesta a Monti - prosegue l'avvocato Raya - l'aver favorito dei privati nelle concessioni quando queste concessio­ni erano preesistenti all'insediamento di Monti».

Al centro dell'inchiesta c'è il rilascio o il rinnovo delle concessioni demaniali agli im­prenditori riuniti nel consorzio denominato Comaba, "per l'utilizzo turistico balneare de­gli arenili di Bagnoli e Cordoglio". Secondo l'impostazione accusatoria, l'autorità por­tuale e l'amministrazione comunale avreb­bero deliberato nel febbraio 2003 il rilascio di quindici concessioni per stabilimenti bal­neari inseriti in un progetto presentato dal­la Comaba, e questo benché ci fosse stato il monito da parte del ministero dell'Ambien­te che aveva avvisato delle gravi condizioni ambientali delle spiagge date in gestione ai privati.

lunedì 24 settembre 2007

.

Assemblea dibattito con il prof. Enrico Falqui

docente di Analisi e Valutazione Ambientale

corso di Laurea in Architettura dell’Università di Firenze

martedì 25 settembre alle ore 21

presso la sala del quartiere Perticale

questo il prossimo appuntamento

del comitato Nofanghi

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NAPOLI PIU' del 23 Settembre 2007

Il ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio risponde all'interrogazione del deputato Velo

«Colmata Bagnoli, sarà tutto a norma»

Garanzie per la tutela della salute dei cit­tadini e dell'ambiente. Lo ha chiesto, in un'interrogazione al ministro dell'Am­biente Alfonso Pecoraro Scanío, la de­putata dell'Ulivo e sindaco di Campiglia Marittima, Silvia Velo. Quest'ultima è preoccupata per l'accordo di Programma Quadro, che prevede la rimozione e il trasferimento della colmata di Bagnoli, da Napoli a Piombino». Nell'interr Nell'interrogazio­ne, Velo ha quindi chiesto «quali misure

saranno adottate per assicurare che gli interventi siano svolti nel rispetto della normativa vigente». «Lavoriamo con la massima attenzione affinchè tutte le ini­ziative legate al trasferimento dei mate­riali derivanti dalla colmata di Bagnoli alle vasche di Piombino siano effettuate con grande trasparenza e rispetto delle norme: per questo sarà coinvolto ancheil Comando dei carabinieri per la Tutela dell'Ambiente», ha risposto il ministro.

FangopoliDue 3




A CHE PUNTO SIAMO

5000 cittadini hanno firmato una petizione per dire NO al trasferimento dei fanghi di Bagnoli a Piombino.

Molti di più hanno chiesto di fare un referendum consultivo: lo hanno chiesto nelle assemblee pubbliche convocate nel comitato NOfanghi, lo chiedono tutti i giorni venendo a informarsi al presidio di via Ferrer.

All’inizio di settembre è stato depositato in comune il Quesito Referendario. Le forze politiche, soprattutto quelle di maggioranza, non si sono ancora pronunciate sulla necessità di garantire ai cittadini questo strumento di democrazia diretta e partecipata.

Il silenzio è assordante e dimostra che anche nella nostra comunità domina l’arroganza e l’assenza di ascolto dei cittadini da parte dei partiti.

In questo clima si diffondono false notizie:

1) Sindaco, direttore generale del Ministero ambiente Mascazzini, ministro Pecoraro continuano a sostenere che la colmata è un ammasso di materie prime e inerti. In verità la colmata di Bagnoli, secondo il diritto italiano, europeo e internazionale è un enorme cumulo di RIFIUTI INDUSTRIALI;

2) Il comitato NOfanghi è accusato di non accettare il confronto. In verità si incontra tutti i giorni con i cittadini, convoca assemblee aperte a tutti, chiede e ottiene udienza dal Senato e dalla Regione Toscana.

3) Il sindaco afferma che chi è contrario all’arrivo dei fanghi dice NO a tutto e non vuole lo sviluppo di questa città. IN VERITà i piombinesi vogliono dei progetti seri di bonifica del loro territorio e non false “opportunità” vendute da SOCIETA’ MANGIASOLDI come Bagnoli futura che in tredici anni non ha bonificato alcunché o da aziende di brokeraggio come SVILUPPO ITALIA che incamerano dal tesoro centinaia di milioni di euro per fare progetti senza capo né coda.

L’ULTIMA NOTIZIA: l’incarico ai carabinieri di controllare il carico delle navi e la sua “natura” (sic!) I CITTADINI VOGLIONO DECIDERE CON IL REFERENDUM IL LORO FUTURO: fare di Piombino una città vivibile o continuare a barattare la loro salute con un sempre più improbabile sviluppo

FAngopoliDue 2





domenica 23 settembre 2007

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FangopoliDue

In arrivo le nuove storie di Fangopoli...



venerdì 21 settembre 2007

Impariamo a riconoscerli!

Ma vogliamo imparare a riconoscerli questi rifiuti?

A non considerarli “preziosi come l’oro” ?


Greenreport 17/09/2007
Gestione rifiuti portuali, l´Ue bacchetta l´Italia

LIVORNO. La Commissione europea accusa il governo italiano per l’omessa elaborazione e adozione dei piani di raccolta e di gestione dei rifiuti portuali. Con il ricorso del 2 agosto 2007 alla Corte di giustizia europea, la Commissione denuncia la mancata attuazione della direttiva europea 2000/59 (recepita in Italia con il Dlgs 182/2003) relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico.

Un segmento importante dell’azione comunitaria nel settore dei trasporti marittimi riguarda la riduzione dell’inquinamento dei mari.

Una protezione dell’ambiente marino che è possibile conseguire attraverso la riduzione degli scarichi in mare dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico.


Greenreport 21/09/2007
L´Ue contro l´Italia: il cdr di qualità non può essere sempre materia prima

LIVORNO. L’Italia è di nuovo di fronte alla Corte di giustizia europea: con ricorso di giugno la Commissione europea accusa lo Stato italiano per la violazione della normativa europea sui rifiuti.
La legge 308/2004 (Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione) e il Dlgs 152/2006 (Testo unico ambientale) escludono sistematicamente dalla nozione di rifiuto certi rottami destinati all’impiego di attività siderurgiche e il combustibile da rifiuti di qualità (cdr-q): hanno l’effetto di restringere indebitamente la definizione di rifiuto prevista dalla direttiva europea 75/442 e di conseguenza l’ambito di applicazione.

La disposizione europea in esame esclude che l’esistenza di un rifiuto possa essere “accertata alla luce del complesso delle circostanze” che invece dovrebbero essere valutate caso per caso. Al contrario la normativa italiana stabilisce che il Cdr–q e i rottami debbano essere sempre qualificati come materie prime. E come tali non debbano essere sottoposte alle regole in materia.

Ma la conseguenza dell’esclusione sistematica dalla nozione di rifiuto di tali residui non pregiudica solo l’effetto utile della direttiva e del sistema di controlli sulla gestione dei rifiuti. Ha anche l’effetto di escludere l’applicazione di tutta la legislazione ambientale perché il suo ambito di applicazione è definito proprio con riferimento alla nozioni di rifiuto prevista dalla direttiva.

giovedì 20 settembre 2007

Non sanno più che pesci prendere

Non sanno più che pesci prendere
Ma sono sempre arroganti

L’accordo sui fanghi di Bagnoli, si è infangato.

Merito della mobilitazione popolare, della raccolta di quasi 5.000 firme in soli 10 giorni, dell’appassionata partecipazione alle assemblee pubbliche.

Ora dicono di voler cambiare l’accordo, hanno delle idee, poche però incerte e confuse:
“orientare l’accordo… riducendo o eliminando gli stoccaggi e se possibile, il trattamento dei materiali, verificando la possibilità tecnica di conferimento integrale e diretto nelle vasche di colmata”. nello stesso tempo “realizzazione del macchinario di lavaggio nel nostro territorio” si continua con “verificare i tempi… se possibile…attivare un percorso per la bonifica” ecc.

Si capisce che sostanzialmente si vorrebbe forse far trattare i fanghi di Bagnoli a Bagnoli o forse non trattarli affatto e far costruire comunque a Piombino l’impianto per il trattamento. Vago anche l’altro punto di sostanziale cambiamento: mettere nelle vasche del porto di Piombino, oltre che quelli di Bagnoli, anche una piccola parte dei rifiuti stoccati dalla Lucchini. (finora dicevano impossibile per legge)

Chiedono anche di voler incontrare il comitato del NO, non per ridiscutere l’accordo nelle sue fondamenta, ma “per condividere i miglioramenti possibili” e contemporaneamente offendono accusandoci di aver attivato “un dibattito strumentale orientato a creare un clima di paura tra i cittadini” e di non volere il confronto.

Sostanzialmente insistono di voler portare milioni di tonnellate di rifiuti da Bagnoli e cercano di depotenziare il dissenso cambiando quelli che sono, secondo loro, i punti più critici.

Le cose invece sono semplici, a Piombino abbiamo rifiuti a sufficienza per fare non uno ma tre porti, quindi:
- Togliamo tutti i cumuli, mettiamo nelle vasche del porto di Piombino i rifiuti di Piombino, e in quelle di Napoli i rifiuti di Napoli e Bagnoli.
- Facciamo le bonifiche dei territori industriali che è la vera condizione per lo sviluppo del porto e per lo spostamento degli impianti inquinanti. Per questo dobbiamo fare un piano delle bonifiche.
- Spostiamo il cantiere Siderco, i carbonili e ambientalizziamo la fabbrica


Comitato No fanghi

mercoledì 19 settembre 2007

Incontro con Falqui

Assemblea dibattito con il prof. Enrico Falqui dell’Università di Firenze, questo il prossimo appuntamento pubblico del comitato Nofanghi, presso la sala del quartiere Perticale alle ore 21 di martedì 25 settembre .

Il giorno seguente una delegazione del comitato sarà a Roma dove sarà ricevuta dalla Commissione ambiente del Senato presieduta dal senatore Tommaso Sodano.

Il comitato, che da oltre un mese mantiene un presidio permanente nel centro cittadino divenuto un luogo di incontro con centinaia di cittadini, ha deciso nuove iniziative a sostegno della richiesta di referendum sulla quale il Sindaco e una amministrazione sempre più imbarazzata continuano a tacere.

Il 4 ottobre sarà la volta dell’assessore regionale all’ambiente Bramerini che proprio ieri ha comunicato la sua disponibilità a un incontro presso la Regione Toscana.

Per il prof. Enrico Falqui, venti anni fa già consigliere dei vecchi verdi piombinesi, successivamente senatore e eurodeputato, l’incontro di martedì sarà un’occasione per reincontrare la città ora come allora impegnata per una reale bonifica ambientale del territorio.

martedì 18 settembre 2007

LA STAMPA del 17 Settembre 2007

IL SITO INDIVIDUATO DAL MINISTERO DELL'AMBIENTE

Rivolta in Toscana
"Non saremo

la cloaca di Napoli"

Piombino sul piede di guerra

"No agli scarti industriali di Bagnoli"



Giampiero Calapà

PIOMBINO (Livorno)

«Il miracolo San Gennaro lo ha fatto in Toscana». La bat­tuta riecheggia da Napoli fi­no a Piombino, dove saranno portati i 2 milioni e cento metri cubi di rifiuti indu­striali dell'ex Italsider. E do­ve i cittadini, riuniti nel «Comitato No Fanghi», sono già sul piede di guerra, pronti al referendum, per contrasta­re l'operazione coordinata da Sviluppo Italia

Fra pochi giorni dovreb­be arrivare la firma del sin­daco di Piombino, Gianni Anselmo, dare il via ai trasfe­rimenti. «Il porto di Napoli non dispone - spiega l'asses­sore all'Ambiente, il diessi­no Luciano Francarli - delle vasche necessarie per avviare a breve la bonifica di Ba­gnoli». Il Ministero ha indivi­duato Piombino come solu­zione «più rapida e meno co­stosa, perché dispone di va­sche di colmata pronte, quel­le piccole, o in via di comple­tamento, quelle più grandi».

La strada nuova

«Il sistema delle vasche di colmata riempite di materia­le siderurgico di risulta - afferma l'assessore Francarli - è un sistema consolidato per ingrandire i porti e Piombino, per il suo svilup­po, ha bisogno di un porto più grande di quello attua­le». L'opera, dopo il riempi­mento delle vasche, prevede la trasformazione delle stes­se in banchine portuali, per una spesa che si aggirerebbe attorno ai 400 mila euro.

Altro motivo che ha con­vinto l'amministrazione piombinese ad accettare i ri­fiuti di Bagnoli è la realizza­zione della nuova strada sta­tale 398, necessaria per faci­litare l'ingresso in città, attesa da anni, già prevista an­che come opera complemen­tare al completamento dell' autostrada Tirrenica: «La differenza - dice ancora l'as­sessore Francardi - è che in questo modo la 398 sarà pronta entro quattro anni, perché potremo accedere al finanziamento diretto del Ministero dell'Ambiente, 45 milioni di euro, e del Ministe­ro delle Infrastrutture, 15 milioni di euro, come preve­de l'accordo di program­ma». Inoltre, sotto la nuova strada finirebbe una parte dei rifiuti di Bagnoli, 500 mi­la metri cubi, che servireb­bero a consolidare il sedi­mento stradale in una zona chiamata «padule».

Se per l'amministrazione di Piombino tutto ciò significa «risolvere i nostri proble­mi ambientali, bonificando an­che il sito di Bagnoli», non è così peri cittadini del Comita­to No Fanghi.

Verdi e inquinati

«E' singolare - afferma sarca­stico, il professor Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna all'Università del Molise – che la più grande ope­ra di trasferimento di rifiuti avvenga mentre al Ministero dell’Ambiente la prima volta, c'è il leader dei Verdi. Vogliono fare di Piom­bino la pattumiera nazionale per quel tipo di rifiuti, utiliz­zando il solito metodo di pas­sare sopra la testa dei territo­ri con il solo consenso degli apparati locali». Per il Comita­to vengono m questo modo va­nificati quindici anni del pro­cesso di diversificazione eco­nomica, che voleva rendere Piombino e la Val di Cornia appetibili per il turismo, i parchi naturali e l'agricoltura di qualità

I materiali arriveranno con delle bettoline, da 1500 tonnellate ciascuna, controlla­te alla partenza da Napoli dalli Arpa campana, per poi essere nuovamente esaminate dell' Arpa toscana all'arrivo a destinazione. Nell'eventualità fossero riscontrati problemi interverrebbero i nuclei ope­rativi ecologici dei carabinie­ri. L'assessore Francarli tie­ne a precisare che i rifiuti «non sono pericolosi, non c'è amianto e il livello di idrocar­buri policiclici aromatici è no­tevolmente sotto la soglia di pericolosità». Il Consiglio co­munale di Piombino ha già da­to il via libera al, sindaco, con un ordine del giorno approvato in agosto con i soliti voti di An e soprattutto di Ri­fondazione comunista, l'unico partito che sostiene in pieno l'azione del Comitato.

Le firme

I cittadini hanno già raccolto 5 mila firme per una petizione e si apprestano a raccoglierne altre 2500, quelle necessarie per il referendum che bloccherebbe tutto. «Sa­rebbe la fine - afferma l'assessore Francarli -, il referen­dum è un'opportunità demo­cratica straordinaria, ma usandolo così si allungano i tempi gettando al vento tutto in ogni caso, non certo per il bene di Piombino». Non la pensano tosi al Comitato: «Quello che vogliono fare è portare una quantità di rifiuti che potrebbe riempire cento campi da calcio in un territo­rio che ha già dato tanto e che continua a dare molto».

domenica 16 settembre 2007

Fumetti fanghi 4






Fumetti fanghi 3











Fumetti fanghi 2









Fumetti fanghi 1

La verità sui fanghi di Bagnoli spiegata con i bellissimi disegni di Paolo Profeti










Falqui a Piombino




mercoledì 12 settembre 2007

LA NAZIONE 12/09/2007

LA NAZIONE LIVORNO 12/09/2007

IN ARRIVO a Piombino, sul tavolo del sindaco Gianni Anselmi, un nuovo accordo di programma quadro per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri dei siti di bonifica di interesse nazionale di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio. La notizia circola insistente (dovrebbe diventare ufficiale questa mattina) e la vera novità, se confermata, sarebbe di non poco conto: il lavaggio dei materiali verrebbe fatto a Bagnoli, non più a Piombino.

UN IMPIANTO che in questi mesi di discussione è stato più volte al centro del dibattito. L’impianto infatti, che nel precedente accordo serebbe dovuto sorgere a Piombino, deve separare la frazione grossolana delle terre di scavo da quella fine e effettuare un primo lavaggio di ghiaie e sabbie. Questo lavaggio è sempre stato, insieme a tante altre osservazioni, fra i punti su cui il Comitato no fanghi ha avuto da ridire.

ED È STATO anche detto che «l’intervento di pulizia ai veleni dell’Ilva di Bagnoli gli fa il solletico». A sostenerlo, con dati alla mano e documenti, era stato Alessandro Pallini, un lettore e spesso presente con i suoi scritti sul blog del Comitato no. Pallini sostiene che i dati dell’Arpac, riferiti in un promemoria al ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, sono espliciti: “I risultati – c’è scritto nel documento - sono lontani da quelli attesi. Il livello di inquinamento residuo da Ipa resta sempre del 90 per cento”. Significa che la macchina "soil washing" (usata per il lavaggio dei materiali) non riduce l’inquinamento presente nella sabbia.


SECONDO la relazione ai veleni dell’Ilva l’intervento di pulizia gli fa il solletico: “Gli abbattimenti sono poco significativi”. Se la novità sarà confermata nelle prossime ore, c’è da dire che si tratterebbe di un cambiamento e di una modifica di enorme valore, che abbatterebbe ulteriormente le criticità dell’accordo contestate da chi non vuol far arrivare i fanghi di Bagnoli a Piombino.

UN’ALTRA modifica, anche in questo caso sostanziale, dopo quella che portò al taglio del capitoletto che faceva arrivare a Piombino materiale pericoloso. La novità potrebbe essere già annunciata oggi pomeriggio dal sindaco Gianni Anselmi, nel consiglio comunale straordinario indetto dal comune di Campiglia Marittima e aperto alla cittadinanza

di MAILA PAPI



lunedì 10 settembre 2007

FankyNOfanghy

FankyNOfanghy

12 settembre ore 21
ex Asilo ProPatria Piombino

CONCERTO VARIOUS ARTISTS
a sostegno del Comitato NOfanghi




domenica 9 settembre 2007

Il Monitoraggio della colmata di Bagnoli

La I fase di monitoraggio dei siti industriali ex-ILVA e Eternit, predisposta dalla Bagnoli SpA, prevedeva una campagna conoscitiva mediante sondaggi superficiali (fino alla profondità della falda superficiale, cioè fino a circa 5 m di profondità) con una maglia di 100 m x 100 m (con il prelievo di campioni a profondità di 0,5, 1,5, 3 e 5 m circa). Successivamente in funzione dei risultati delle analisi chimiche eseguite sui campioni prelevati con maglia 100 m x 100 m, è stata eseguita una II fase di monitoraggio con maglia 25 m x 25 m nelle aree risultate inquinate e 50 m x 50 m in quelle esenti da inquinamento.

Alla conclusione delle attività di monitoraggio è risultato evidente che la contaminazione dei suoli ex-industriali di Bagnoli fosse rappresentata, in aree spots ben individuate, dalla presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). In particolare la presenza di IPA risultava essere di particolare entità nell’Area di Colmata a mare (Figura 7B).

Ulteriori indagini effettuate da parte dell’ICCRAM, in data recente (2006), sui fondali marini antistanti la Colmata e sulle due spiagge laterali alla stessa, dimostrano la presenza di IPA al di sopra della soglia consentita (200 mg/Kg) nei sedimenti marini (DM 367/03), distribuiti lungo un asse di dispersione, perpendicolare alla linea di costa e la cui origine è, inequivocabilmente, da attribuire all’area di Colmata (Fig. 12)


da: "Indagini e risultati per il risanamento dei siti ex industriali dell’area di Bagnoli" del prof: Benedetto De Vivo del Dipartimento di Scienze della Terra Università di Napoli “Federico II”

venerdì 7 settembre 2007

QUESITO REFERENDARIO

E’ stato depositato questa mattina in Comune da un comitato di cittadini il quesito per il referendum promosso dal comitato NoFanghi; questo il testo su cui un’apposita commissione comunale dovrà dare un parere di ammissibilità entro trenta giorni:

“Sei d’accordo che nel comune di Piombino arrivino e lì siano stoccati trattati e utilizzati i materiali provenienti dalla colmata di Bagnoli e i sedimenti dei fondali antistanti i lidi di Bagnoli-Coroglio?”

martedì 4 settembre 2007

colonna A, colonna B

Il Decreto Ministeriale n. 471 del 25/10/1999 stabilisce criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati. A tal scopo disciplina i limiti di accettabilità della contaminazione dei suoli, delle acque superficiali e delle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti.

I valori di concentrazione limite accettabili nel suolo e nel sottosuolo in relazione alla specifica destinazione d’uso del sito sono definiti nella tabella 1 composta, oltre che dall’elenco delle sostanze inquinanti, da due colonne:

nella colonna A sono indicati i valori di concentrazione limite accettabili per le sostanze presenti nel suolo e sottosuolo di siti a destinazione d’uso verde pubblico, verde privato, residenziale

nella colonna B sono indicati i valori di concentrazione limite accettabili per le sostanze presenti nel suolo e sottosuolo di siti a destinazione d’uso industriale e commerciale

Se nei luoghi normalmente destinati alla vita felice delle persone, ai giochi dei bimbi, al riposo, devono essere applicati i valori della colonna A viene spontaneo pensare che valori superiori a quelli qui stabiliti sono dannosi per la salute umana; tuttavia per siti a esclusivo uso industriale e commerciale sono ammessi valori superiori da 10 a 25 volte. Allora chi ci mandiamo a lavorare? Non i nostri figli se teniamo alla loro salute.


A

B


Siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale (mg kg-1)

Siti ad uso commerciale e industriale (mg kg-1)

Composti inorganici



Antimonio

10

30

Arsenico

20

50

Berillio

2

10

Cadmio

2

15

Cobalto

20

250

Cromo totale

150

800

Cromo VI

2

15

Mercurio

1

5

Nichel

120

500

Piombo

100

1000

Rame

120

600

Selenio

3

15

Stagno

1

350

Tallio

1

10

Vanadio

90

250

Zinco

150

1500

Aromatici policiclici



Benzo(a)antracene

0.5

10

Benzo(a)pirene

0.1

10

Benzo(b)fluorantene

0.5

10

Benzo(k,)fluorantene

0.5

10

Benzo(g, h,i,)perilene

0.1

10

Crisene

5

50

Dibenzo(a)pirene

0.1

10

Dibenzo(a,h)antracene

0.1

10

Indenopirene

0.1

5

Pirene

5

50

Sommatoria policiclici aromatici

10

100

Idrocarburi



Idrocarburi Leggeri C <12

10

250

Idrocarburi pesanti C >12

50

750


Nel.progetto di bonifica di BagnoliFutura si classificano i materiali da bonificare della colmata di Bagnoli in tre livelli:

Il livello A è assegnato ai materiali risultati non inquinati, in quanto conformi alla colonna A

Al livello B, pari a circa il 96 % dei materiali da bonificare (2.225.000 milioni di tonnellate), appartengono i suoli e i riporti con grado di contaminazione compreso tra la colonna A e B (valori superiori a quelli della colonna A)

Al livello C (105.000 milioni di tonnellate), appartengono i suoli e i riporti, che presentando concentrazioni superiori alla colona B

sabato 1 settembre 2007

ASSEMBLEA

4575 firme di cittadini contro il trasferimento dei fanghi di Bagnoli a Piombino

4575 volte grazie a chi ha firmato bloccando il blitz di agosto con il quale il sindaco voleva prendere una decisione definitiva sull’arrivo dei fanghi

Ma la partita è ancora tutta da giocare, occorre che la mobilitazione dei cittadini cresca ancora per contrastare l’ostinazione con cui si vuole a tutti i costi portare avanti un’operazione DANNOSA PER L’AMBIENTE, costosa e contraria agli interessi dei cittadini di Piombino e Bagnoli.

A ciascuno il suo. le vasche del porto di Piombino devono essere riempite con il materiale dell’escavo del nostro porto e quello della discarica della Lucchini; le vasche del porto di Napoli con il materiale di Bagnoli

Continuiamo e sviluppiamo la mobilitazione popolare chiediamo che a decidere siano i cittadini con un REFERENDUM


ASSEMBLEA PUBBLICA

GIOVEDI’ 6 SETTEMBRE ORE 21

sala circoscrizione Perticale