venerdì 21 settembre 2007

Impariamo a riconoscerli!

Ma vogliamo imparare a riconoscerli questi rifiuti?

A non considerarli “preziosi come l’oro” ?


Greenreport 17/09/2007
Gestione rifiuti portuali, l´Ue bacchetta l´Italia

LIVORNO. La Commissione europea accusa il governo italiano per l’omessa elaborazione e adozione dei piani di raccolta e di gestione dei rifiuti portuali. Con il ricorso del 2 agosto 2007 alla Corte di giustizia europea, la Commissione denuncia la mancata attuazione della direttiva europea 2000/59 (recepita in Italia con il Dlgs 182/2003) relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico.

Un segmento importante dell’azione comunitaria nel settore dei trasporti marittimi riguarda la riduzione dell’inquinamento dei mari.

Una protezione dell’ambiente marino che è possibile conseguire attraverso la riduzione degli scarichi in mare dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico.


Greenreport 21/09/2007
L´Ue contro l´Italia: il cdr di qualità non può essere sempre materia prima

LIVORNO. L’Italia è di nuovo di fronte alla Corte di giustizia europea: con ricorso di giugno la Commissione europea accusa lo Stato italiano per la violazione della normativa europea sui rifiuti.
La legge 308/2004 (Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione) e il Dlgs 152/2006 (Testo unico ambientale) escludono sistematicamente dalla nozione di rifiuto certi rottami destinati all’impiego di attività siderurgiche e il combustibile da rifiuti di qualità (cdr-q): hanno l’effetto di restringere indebitamente la definizione di rifiuto prevista dalla direttiva europea 75/442 e di conseguenza l’ambito di applicazione.

La disposizione europea in esame esclude che l’esistenza di un rifiuto possa essere “accertata alla luce del complesso delle circostanze” che invece dovrebbero essere valutate caso per caso. Al contrario la normativa italiana stabilisce che il Cdr–q e i rottami debbano essere sempre qualificati come materie prime. E come tali non debbano essere sottoposte alle regole in materia.

Ma la conseguenza dell’esclusione sistematica dalla nozione di rifiuto di tali residui non pregiudica solo l’effetto utile della direttiva e del sistema di controlli sulla gestione dei rifiuti. Ha anche l’effetto di escludere l’applicazione di tutta la legislazione ambientale perché il suo ambito di applicazione è definito proprio con riferimento alla nozioni di rifiuto prevista dalla direttiva.

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