domenica 9 settembre 2007

Il Monitoraggio della colmata di Bagnoli

La I fase di monitoraggio dei siti industriali ex-ILVA e Eternit, predisposta dalla Bagnoli SpA, prevedeva una campagna conoscitiva mediante sondaggi superficiali (fino alla profondità della falda superficiale, cioè fino a circa 5 m di profondità) con una maglia di 100 m x 100 m (con il prelievo di campioni a profondità di 0,5, 1,5, 3 e 5 m circa). Successivamente in funzione dei risultati delle analisi chimiche eseguite sui campioni prelevati con maglia 100 m x 100 m, è stata eseguita una II fase di monitoraggio con maglia 25 m x 25 m nelle aree risultate inquinate e 50 m x 50 m in quelle esenti da inquinamento.

Alla conclusione delle attività di monitoraggio è risultato evidente che la contaminazione dei suoli ex-industriali di Bagnoli fosse rappresentata, in aree spots ben individuate, dalla presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). In particolare la presenza di IPA risultava essere di particolare entità nell’Area di Colmata a mare (Figura 7B).

Ulteriori indagini effettuate da parte dell’ICCRAM, in data recente (2006), sui fondali marini antistanti la Colmata e sulle due spiagge laterali alla stessa, dimostrano la presenza di IPA al di sopra della soglia consentita (200 mg/Kg) nei sedimenti marini (DM 367/03), distribuiti lungo un asse di dispersione, perpendicolare alla linea di costa e la cui origine è, inequivocabilmente, da attribuire all’area di Colmata (Fig. 12)


da: "Indagini e risultati per il risanamento dei siti ex industriali dell’area di Bagnoli" del prof: Benedetto De Vivo del Dipartimento di Scienze della Terra Università di Napoli “Federico II”

1 commento:

Anonimo ha detto...

imparato molto